Don Backy

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Don Backy, pseudonimo di Aldo Caponi (Santa Croce sull’Arno, 21 agosto 1939), è un cantautore, attore e pittore italiano.

Gli inizi
Aldo Caponi, prima di diventare Don Backy, lavora in una conceria di pellame a Santa Croce sull’Arno, e intanto coltiva la passione per la pittura, la recitazione e il rock. Riuscirà a realizzarsi in tutti e tre i campi.
Inizia a strimpellare la chitarra da ragazzino, dopo aver visto al cinema, nel 1956, il film Senza tregua il rock and roll, in cui Bill Haley canta, accompagnato dal gruppo dei Comets, Rock Around the Clock: comincia quindi a cantare il genere con il gruppo dei “Golden Boys” (lavorando di giorno come impiegato in una conceria di pellami), usando il nome d’arte di “Agaton” e, ben presto, a comporre canzoni, finché nel 1960 incide il suo primo 45 giri, registrato a Roma e autoprodotto, contenente le canzoni Volo lontano e Solo con te col nome di “Agaton e i Pirati”. È tuttavia lui stesso ad acquistare le 100 copie prodotte del disco.
Qualche mese dopo si reca a Torino, dove incide (questa volta con il gruppo “Golden boys”, che hanno mutato il nome in “Kiss”), il secondo 45 giri – ancora autoprodotto – con un brano di Alberto Senesi, Bill Haley rock, e una versione di Non arrossire di Giorgio Gaber cantata a due voci – stile Everly Brothers – con Alberto, il vocal-chitarrista del gruppo.
L’anno successivo scrive La storia di Frankie Ballan, una ballata ispirata alla storia di Franco, un suo amico scappato di casa con la sua ragazza Wally: la musica, assolutamente inusuale in quel periodo, ricorda molto le atmosfere western. Il giovane Aldo crede fino in fondo a questa canzone: si reca a Torino per inciderla in un terzo 45 giri autoprodotto (questa volta il nome usato è “Kleiner Agaton”), riservando il lato B a Mi manchi tu, brano scritto a quattro mani con Alberto Senesi. Il disco viene inviato a discografici e produttori. Il maestro Detto Mariano, all’epoca collaboratore di Alessandro Celentano (fratello di Adriano), ascolta il disco e lo segnala ad Adriano, che sta cercando nuovi artisti da lanciare per la sua casa discografica, il Clan Celentano, fondata proprio in quel periodo (marzo 1962) dopo la chiusura del contratto con la Jolly, ma Celentano boccia sia la canzone che il cantante. Detto Mariano non si arrende: dopo alcuni giorni quindi ripropone il disco all’ascolto di Adriano, ottenendone un secondo rifiuto. Solo la curiosità spinge Milena Cantù (all’epoca fidanzata di Celentano) a riascoltare il disco, rimanendone entusiasta. Adriano Celentano si convince allora dell’originalità del brano e del cantante e lo fa contattare dal fratello con una lettera raccomandata. Il ragazzo si presenta emozionatissimo a Milano e viene scritturato.
Ricky Gianco, Guidone e altri componenti del Clan decidono di cambiare il nome d’arte di Agaton e optano per Don Backy. La neonata etichetta discografica lo invia al primo Cantagiro con La storia di Frankie Ballan. Sulla facciata B del disco viene incisa Il Fuggiasco, nuova versione di Mi manchi tu con il testo riscritto da Luciano Beretta.

I primi successi
Il Cantagiro si conclude con Don Backy al settimo posto della classifica e il disco è l’unico – insieme a quello di Celentano – a riscuotere un buon successo di vendite I Fuggiaschi diventa il nome del suo gruppo.
L’anno successivo Don Backy partecipa alla seconda edizione della manifestazione con il brano Amico, cover di un brano di Burt Bacharach, riscuotendo anche in questo caso un lusinghiero successo di vendite. Nello stesso anno, cantando La carità, facciata B di Amico, prende parte al film Il monaco di Monza con Totò, per la regia di Sergio Corbucci. In questo film Don Backy e Celentano compaiono nei panni di due frati, cantando una canzone di Don Backy, “La Carità”..
Altro successo di quell’anno è l’irriverente Ho rimasto – che crea scandalo per l’errore grammaticale contenuto nel testo – seguito l’anno dopo da Io che giro il mondo (per il terzo anno di seguito al Cantagiro). Sempre nel 1964 recita nel film Super rapina a Milano, di cui ha scritto il soggetto insieme a Celentano: sul set di questo film conosce la giovane attrice Liliana Petralia, che diventerà sua moglie.
Don Backy scrive anche testi per altri autori del Clan: sulla musica di Stand by Me racconta la storia di una ragazza non vedente, e la canzone Pregherò diventa un grande successo di Celentano; per Ricky Gianco scrive il testo di Tu vedrai, sulla musica di Don’t play that song, che viene lanciata quale seguito di Pregherò.
Il 1964 è anche l’anno di Cara, che viene seguita nel 1965 dal brano L’amore, giudicata da lui come la canzone che gli apre definitivamente il suo mondo di “cantainventore”. Il 1966 è la volta di Serenata, brano scherzoso, assolutamente nelle corde del Don Backy irriverente verso le mode. Dopodiché I Fuggiaschi si staccano da lui per dedicarsi a una loro carriera autonoma, e Don Backy forma un altro gruppo, La Banda.
Nel 1967 è al Festival di Sanremo in coppia con Johnny Dorelli con una delle sue canzoni più celebri, L’immensità, ripresa subito da Mina, da Milva e da diecine di artisti nel tempo, fino ai giorni d’oggi, dai Negramaro, da Francesco Renga e nel mese di febbraio 2015, anche da Gianna Nannini e da “Il Volo” – in Spagna e paesi latini – da Mónica Naranjo e nel mondo da diecine di artisti. Segue il grande trionfo con Poesia, nell’estate dello stesso anno, incisa anche da Englebert Humperdinkh. Sempre in quell’anno escono due film, I sette fratelli Cervi di Gianni Puccini e Banditi a Milano di Carlo Lizzani, e il libro Io che miro il tondo, pubblicato da Feltrinelli. Don Backy diventa così il primo cantautore ad aver pubblicato un romanzo.
Al 15º Festival della Canzone Napoletana 1967 si presenta con il brano di Salerno e Lombardi E facimmoce a croce, eseguito in abbinamento con Ettore Lombardi.
La separazione dal Clan
Il cantautore toscano avrebbe dovuto partecipare al Festival di Sanremo 1968 con il suo brano Canzone, inizialmente proposta ad Ornella Vanoni, che però si invaghisce di un’altra sua canzone, Casa bianca, volendola a tutti i costi presentare al Festival. Don Backy non può però accontentarla, perché il regolamento di allora vietava a un compositore di presentare più di un brano. Il Clan trova l’escamotage di far presentare, contro la volontà dell’autore, la documentazione riguardante Casa bianca facendola firmare da un prestanome – tale Eligio La Valle – che accetta dietro compenso; la firma dell’autore del testo – Don Backy, per l’appunto – viene dunque falsificata.
Don Backy, già abbondantemente colmo dalla vicenda della mancata corresponsione delle royalties da parte di Celentano, per quanto concerne canzoni determinanti per il successo dello stesso, decide di rompere i rapporti con il Clan. La vicenda prosegue in tribunale: Celentano denuncia Don Backy per aver rotto il contratto, e Don Backy a sua volta lo denuncia per royalties non pagate al 100% sui dischi realizzati da lui. Le versioni di questa vicenda sono divergenti, ma nel 1974, Celentano addiverrà a una transazione, considerate le prove inconfutabili presentate da Don Backy.
In seguito, lo stesso Eligio La Valle impugnerà la paternità della parte musicale di Casa bianca: dopo ben nove gradi di giudizio, si giungerà alla sorprendente decisione finale che vede la composizione del brano assegnata proprio al La Valle, senza che a Don Backy siano mai state accolte le prove testimoniali in suo favore, né sia mai stato convocato per essere interrogato.
La sua Canzone sarà invece presentata al Festival proprio da Adriano Celentano che, vendicandosi di quello che lui reputa il tradimento di un amico, la canta con un tono distratto e svagato che non rende giustizia al brano, che nonostante ciò si classifica al 3° posto, grazie soprattutto all’interpretazione di Milva, mentre Casa bianca si classifica seconda. Il giorno successivo, il quotidiano La Notte titola in prima pagina: «Don Backy vince senza cantare».
L’artista toscano fonda prontamente una sua etichetta discografica, chiamandola Amico, dal titolo del suo primo successo, ma qualcuno vedrà in questo nome un riferimento ironico alla vicenda che lo vede contrapposto a Celentano. Il primo 45 giri esce con Canzone e, sul lato B, Casa bianca. Il Clan pubblica, invece, un altro 45 giri usando il provino che lo stesso Don Backy aveva registrato in precedenza, e tutto ciò, unito ai 45 giri incisi da Milva e Celentano, fa sì che nello stesso periodo ci siano ben 4 dischi con la stessa canzone: ma è la versione di Don Backy a risultare di gran lunga la più venduta, raggiungendo anche il 1° posto della hit-parade.

La carriera continua
Don Backy si rifà l’anno dopo con Un sorriso, in coppia con Milva, che vince la prima serata e si classifica terza a Sanremo 1969 riscuotendo un buon successo di vendite, che continua negli anni successivi con Cronaca nel 1970 e con Bianchi cristalli sereni, presentata al Festival nel 1971 (e di cui inciderà una versione anche Claudio Baglioni) anche in spagnolo.
Continua anche la carriera d’attore, per Gian Luigi Polidoro in Satyricon e di nuovo con Lizzani per Barbagia; chiude nel frattempo la Amico e firma il nuovo contratto per la CGD, dove resta per due anni per poi passare alla RCA Italiana e infine, dopo altri due anni, fondare una sua nuova etichetta, la Ciliegia Bianca.
Nel 1971 propone a Mina Sognando, storia di un disagio mentale, che riscuote un grande successo nel 1976. La cantante inserisce in un 45 giri un altro brano di Don Backy, Nuda, che la radio censura per il testo. Nel 1981 la sua Importa niente diventa la sigla di Domenica in di quell’anno.

Altre attività di Don Backy
Con il passare degli anni Don Backy, allontanatosi dalle scene musicali, si dedica ad altre attività: nel 1980 ha pubblicato a fumetti il suo personale L’Inferno in 12 cerchi e 3.200 versi in quartine dalle rime alternate. nel 1980 è stato protagonista nella commedia musicale Teomedio di Fabio Storelli, e in Marco Polo, di Conte e Luzzati, per le quali ha scritto le musiche e le canzoni. Nel 1984 ha disegnato Clanyricon, storia del Clan a fumetti (pubblicata però solo nel 2002). Ha partecipato poi a vari programmi televisivi di revival musicale, come C’era una volta il festival e Una rotonda sul mare per Canale 5.
Nel 2000 compare in una scena del film Pane e tulipani, diretto da Silvio Soldini, nel ruolo di sé stesso, cantando il brano Frasi D’Amore, (1969). Nel 2004, dopo anni di lontananza dal video, partecipa al reality show La talpa, ma viene eliminato alla prima puntata. Nel 2006 tiene una serie di lezioni sulla musica per il progetto universitario Rai Nettuno, l’università a distanza. Don Backy è l’autore della prefazione del libro del giornalista e scrittore Gian Carlo Padula, dal titolo Dio non è morto, l’altro volto di Francesco Guccini.
Il 16 febbraio 2009 Don Backy scatena una polemica al programma L’Arena a causa del proferimento in diretta di una bestemmia, che non è altro che un’imprecazione piuttosto comune di “Per Dio”. Il 16 maggio partecipa con successo alla trasmissione Ti lascio una canzone in onda su Rai 1 duettando con Mario Scucces. Nello stesso periodo partecipa ad alcune puntate di MilleVoci, programma musicale di Gianni Turco. Il 4 marzo 2010 partecipa alla trasmissione Gigi, questo sono io, di e con Gigi D’Alessio – cantando in coppia con lui – L’immensità e Canzone. Il 19 marzo 2010 partecipa alla trasmissione Ciak… si canta! condotta da Pupo ed Emanuele Filiberto, cantando il brano Canzone. Nello stesso anno è nuovamente ospite nella trasmissione MilleVoci, di Gianni Turco, condotta da Gianni Nazzaro.
La carriera di Don Backy si sviluppa quindi tra cinema, teatro, fumetti e libri (interessanti i nuovi Questa è la storia… (1955/1969) e Storia di altre storie… (1970/1980), contenenti più di 1600 tra foto, documenti, lettere, minute di canzoni e altro materiale interessantissimo per chi vuole avere l’immagine esatta di un periodo storico formidabile. Intervistato a questo proposito, Don Backy ha dichiarato: “Non temo smentite su quanto narrato, perché il tutto è comprovato da una documentazione inoppugnabile, avallata con precisione dal fatto che io ho conservato tutte le agende personali dal 1955 ai giorni d’oggi, quindi sono risalito agli eventi con assoluta attendibilità”).
Suo figlio Emiliano ha prodotto un nuovo CD Il Mestiere delle Canzoni, che si troverà anche in un cofanetto contenente il DVD del brano Vent’anni, intitolato 50 anni di Mestiere delle Canzoni, oltre al Cd/video di un concerto tenuto al Palapartenope di Napoli, il backstage della realizzazione del CD, il backstage della realizzazione del DVD, Una lunga intervista. Il tutto in distribuzione (Edel) dal 25 di gennaio 2011. Il 16 maggio 2014 ritira a Genova presso il FIM, la Fiera Internazionale della Musica, il FIM Award Premio Italia alla Carriera assegnato da CAPAM, Commissione Artistica per la Promozione dell’Arte e della Musica e consegnato da Verdiano Vera, patron della manifestazione. Durante l’evento si esibisce interpretando i suoi più grandi successi e ottenendo un ottimo consenso da parte di un folto pubblico che lo acclama.

Fonte: Wikipedia

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2 COMMENTI

  1. Questo Uomo è un Mito e un grande Artista merita un Nobel per la poesia per, la musica. Per le parole
    Vorrei abbracciarlo.e ringraziarlo di questi grandi doni.

  2. Bellissima trasmissione del 22 marzo 2018 dedicata ad uno dei cantautori che con le sue canzoni ha deliziato la gioventù di molti di noi! E continua a farlo!
    Radio Margherita ha saputo ben amalgamare l’ascolto dei successi anni 60/70 con le successive meraviglie poco conosciute, ma non per questo meno belle, in maniera armonica mettendo in risalto, per esempio, dal nuovo cd “Pianeta Donna”, alcune canzoni come “Mai più”, “Rapsodia” e la nuova versione di “Pregherò” cantata finalmente dal suo autore.. E poi ancora alcune tra le “poco conosciute” come “Che strano”, “Candida luna”, “L’infinito”.
    Sì, sarebbe stato magnifico, ascoltare tra una delizia e l’altra, la voce di Don Backy in una diretta telefonica parlarci della nascita di queste canzoni ..!
    Possiamo sperare per una prossima puntata?

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