Rino Gaetano

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Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981), è stato un cantautore
italiano, ricordato per la sua voce ruvida, per l’ironia e i nonsense caratteristici delle sue canzoni, nonché per la
denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.

Rimasto profondamente legato alle sue origini calabresi, rifiutò ogni sorta di etichetta e, a differenza di numerosi suoi
contemporanei, evitò di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi componimenti non mancano di riferimenti e
critiche alla classe politica italiana: Gaetano arrivò in alcuni suoi brani a fare nomi e cognomi di uomini politici del
tempo e non solo e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo furono più volte segnati dalla censura.

Crocevia della sua carriera fu l’esperienza sanremese con il successo di Gianna; per molto tempo infatti gran parte del
pubblico italiano lo ha ricordato solo per questo episodio e per questa canzone. I suoi lavori precedenti vennero quasi
eclissati dal nuovo successo e ciò che giunse al grande pubblico delle sue canzoni – in primis Gianna – fu soprattutto il
nonsense e non tutto ciò che si celava dietro di esso. Tragica e prematura la sua scomparsa: un incidente stradale lo portò
via a soli trent’anni.

Il lavoro di Gaetano iniziò ad essere significativamente apprezzato diversi anni dopo la sua morte e molte delle sue canzoni
vennero riscoperte soprattutto dopo il 2000, riscuotendo consensi sempre maggiori, in particolar modo tra le nuove
generazioni, e conferendo all’ormai defunto cantautore lo status di artista di culto.

Salvatore Antonio Gaetano nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950 da una famiglia originaria di Cutro. In famiglia era
chiamato Salvatorino eccetto che dalla sorella maggiore Anna; lei preferiva il diminutivo Rino che in ultimo soppiantò il
nome di battesimo. Nel marzo del 1960, quando l’artista calabrese aveva appena dieci anni, la famiglia si trasferì a Roma per
motivi legati al lavoro dei genitori. L’anno dopo Gaetano venne mandato a studiare nel seminario della Piccola Opera del
Sacro Cuore di Narni, in provincia di Terni. Tale decisione non fu presa col fine di avviare il ragazzo ad una carriera
ecclesiastica; l’intento era probabilmente quello di assicurargli una buona cultura e di non lasciarlo troppo solo, visto che
entrambi i genitori lavoravano. Lontano dalla famiglia Gaetano compose il poemetto E l’uomo volò e legò soprattutto con un
insegnante, padre Renato Simeoni, che ricorda:

« [Gaetano] sentiva l’importanza dello studio, però aveva anche dei momenti di grande assenza, che non era vuoto. Era molto
difficile trovare Rino in situazioni di “vuoto”, era sempre mentalmente occupato. C’erano dei gusti, questo mi è sempre
sembrato di lui, dei gusti all’interno di questa persona, delle ricerche sue personali che lo tenevano occupato. Lui è stato
abbastanza un ragazzo sognante, molto sognante.»
Nel 1967 Gaetano tornò nella città capitolina dove visse il resto della sua vita, prima in via Cimone nei dintorni di piazza
Sempione, nel quartiere di Monte Sacro e successivamente in via Nomentana Nuova. L’anno seguente, insieme a un gruppo di
amici creò il quartetto dei Krounks, un gruppo musicale che eseguiva soprattutto cover. Gaetano suonava il basso all’interno
della band e nel frattempo si dilettava a scrivere canzoni. I suoi artisti di riferimento in quegli anni erano cantanti
italiani come Jannacci, De André, Celentano, i Gufi, Gian Pieretti e Ricky Gianco ma anche star internazionali, quali Bob
Dylan e i Beatles, come si può leggere nel frontespizio di un quaderno che contiene accordi e canzoni scritte da Gaetano
proprio in questo periodo.

el 1969 Gaetano si avvicinò al teatro e iniziò a frequentare il Folkstudio, noto locale romano dove si esibivano molti
giovani artisti. Qui ebbe l’occasione di conoscere Antonello Venditti, Ernesto Bassignano e Francesco De Gregori. In questo
ambiente emersero in maniera alquanto precoce quelle caratteristiche che differenziavano Gaetano da altri cantanti. La forte
ironia dei suoi brani, il suo modo di cantare e di criticare furono mal sopportati da altri membri del Folkstudio.

Inoltre Gaetano si dimostrò sin da subito poco interessato agli ideali di sinistra e fu probabilmente anche per questo che
faticò ad inserirsi nell’ambiente del Folkstudio: la militanza infatti era quasi un dogma per i cantautori in quegli anni. In
quello stesso periodo Gaetano si esibì spesso insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello
Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prese parte a diverse rappresentazioni teatrali: recitò i poemi di Majakovskij e
interpretò Estragone in Aspettando Godot di Samuel Beckett e la volpe in Pinocchio di Carmelo Bene.

Gaetano nel frattempo si diplomò in ragioneria. Per via dei problemi economici della famiglia, il padre cercò spesso di
indirizzarlo verso una carriera ben retribuita e per questo motivo gli procurò un posto di lavoro in banca. Tuttavia i
progetti di Gaetano per il proprio futuro divergevano profondamente da quelli del padre, col quale raggiunse un compromesso:
avrebbe tentato per un ultimo anno a sfondare nel mondo della musica con la ripromessa che in caso di esito negativo avrebbe
accettato di lavorare in banca. Nel 1972 si iscrisse alla SIAE e conobbe Vincenzo Micocci, proprietario della casa
discografica It. Quello stesso anno incise un primo 45 giri con l’etichetta discografica milanese Produttori Associati,
contenente i brani Jacqueline e La ballata di Renzo, ma il disco non venne mai stampato.

Nel 1973 Gaetano incise un 45 giri con la It, I Love You Maryanna/Jaqueline, prodotto da RosVeMon (acronimo delle iniziali
dei cognomi di Aurelio Rossitto, Antonello Venditti e Piero Montanari). Il cantautore tuttavia preferì firmare il singolo con
lo pseudonimo di Kammamuri’s, in omaggio ad un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. Secondo Micocci la
scelta di utilizzare uno pseudonimo era probabilmente frutto della timidezza e dell’insicurezza di Gaetano. Il cantautore
pareva essere alquanto dubbioso soprattutto riguardo alle sue abilità canore e quindi rispetto all’eventualità di cantare
egli stesso i propri brani. Gaetano non era particolarmente intonato, basti pensare che ai tempi delle medie, a Narni, fu
escluso dal coro del Seminario, ma è stato, secondo molti esperti del settore, proprio il suo modo di cantare naturale e
“sporco” a conferire una tale intensità ai suoi brani

Il 45 giri presentava testi comici e goliardici, caratterizzati dalla demenzialità e dal nonsense: Gaetano tentava in tal
modo di dissacrare il mondo cantautorale impegnato. Sulla figura di Maryanna, destinataria dell’amore di Gaetano in una delle
due canzoni, sono state fatte molte ipotesi. La più accreditata, sostenuta anche dalla sorella del cantautore, Anna Gaetano,
è che la canzone fosse dedicata alla nonna Marianna. Secondo altri invece il brano alluderebbe provocatoriamente alla
marijuana o ad un altro personaggio salgariano, Lady Marianna.

l 1974 fu sicuramente un anno molto importante per Gaetano: scrisse i testi del suo primo album, Ingresso libero, poi
pubblicato nel novembre dello stesso anno, ed incontrò Bruno Franceschelli, con il quale nacque poi un’intensa amicizia.

Gaetano descrisse l’atmosfera del bar menzionato da Franceschelli nel brano Tu, forse non essenzialmente tu. Al momento
dell’incisione del disco, però, il cantautore mostrò ancora delle perplessità tanto da arrivare a proporre un altro cantante
per i propri testi; Micocci tuttavia riuscì a persuadere Gaetano a cantarli.

La copertina dell’album ritrae il cantante, in un’immagine volutamente sfocata, mentre cammina davanti a un muro di
mattoncini della sua prima casa a Roma e su una porta è appeso un cartello «Ingresso libero». Il titolo allude all’entrata di
Gaetano nel mondo della musica. Il disco non riscosse grande successo, mentre il 45 giri tratto dall’album Tu, forse non
essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale ebbe maggior fortuna, catturando soprattutto l’attenzione di Renzo Arbore e
Gianni Boncompagni, che inserirono più volte i due brani nella scaletta del loro programma radiofonico Alto gradimento.
Rispetto al primo 45 giri, le canzoni di questo nuovo album mostravano un maggiore impegno sociale ed abbracciavano temi
quali l’emarginazione e l’alienazione industriale.

Gaetano, nello stesso anno, tramite la RCA, scrisse tre canzoni per Nicola Di Bari: Prova a chiamarmi amore, Questo amore
così grande e Ad esempio a me piace… il Sud, incluse nell’album Ti fa bella l’amore. Nessuna delle tre canzoni ebbe gran
fortuna. La canzone Ad esempio a me piace… il Sud partecipò quell’anno a Canzonissima ma venne eliminata nelle prime fasi,
al contrario la versione spagnola Por ejemplo ottenne un notevole riscontro in America Latina.

Il successo arrivò l’anno successivo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu. Si trattava in realtà di un 45 giri
piuttosto atipico: esso conteneva una sola canzone divisa in due parti. Gaetano in questa canzone propose diversi spaccati di
vita quotidiana, descrivendoli con ironia, luoghi comuni e contraddizioni.

Gaetano cominciò ad esibirsi sempre più di frequente nei concerti dal vivo, facendo soprattutto da apripista a Venditti e
altri cantanti già affermati. Quello stesso anno inoltre scrisse insieme a Bruno Franceschelli Ad esempio a me piace…, una
commedia in due tempi, una sorta di mix tra musica e teatro.

Nel 1976 Gaetano incise il suo secondo album, Mio fratello è figlio unico. Con questo disco, il cantautore calabrese cercò di
attrarre l’attenzione dell’ascoltatore proponendo argomenti drammatici, soprattutto la solitudine e l’emarginazione, i temi
portanti dell’album. Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali (come l’utilizzo del sitar, del banjo e del
mandolino), Gaetano riuscì ad ottenere un album più complesso e maturo del precedente.

Qualche mese dopo l’uscita dell’album la It organizzò una tournée con i Perigeo. Questa scelta della casa discografica però
non convinse il pubblico né la critica. In quello stesso anno Gaetano cedette una canzone inedita, Sandro trasportando, a
Carmelita Gadaleta, un’altra cantante della It.

L’anno successivo Gaetano elaborò e incise il suo terzo album, Aida. La scelta del titolo voleva rifarsi all’opera di
Giuseppe Verdi, inoltre per il cantante Aida rappresentava l’incarnazione di tutte le donne italiane e dell’Italia stessa.
Tramite la figura di Aida, Gaetano ha effettuato una ricerca storica ripercorrendo taluni momenti della storia italiana con
uno sguardo del tutto originale, quasi fotografico. Ad agosto, la rivista Ciao 2001 descrisse l’album come il «frutto di un
piacevole incontro fra testi estemporanei, felici anche se un po’ amari, e musichetta piacevole, poco invadente, fatta
apposta per sottolineare dei momenti particolari».

Nello stesso anno, il cantante venne affiancato in tournée dai Crash, una band emergente. Per questa band Gaetano produsse
l’album Exstasis e scrisse il brano Marziani noi. Con l’aumento della popolarità, arrivarono anche le prime apparizioni
televisive per il cantante crotonese: sempre nel ’77, infatti, presentò il suo brano Spendi spandi effendi a Domenica in, a
quel tempo condotta da Corrado. In tale occasione fu costretto a tagliare la parola «coglione» dal testo della canzone.

L’idea di portare Gaetano al Festival partì da Vittorio Salvetti, inventore del Festivalbar e da Ennio Melis, direttore
artistico della RCA. Gaetano all’inizio si mostrò alquanto scettico in merito a questa possibilità, tuttavia le pressioni da
parte della RCA e la convinzione che si trattasse di un’occasione da non perdere, lo portarono pian piano a cambiare idea.
Quando la voce iniziò a diffondersi, fan e amici non la presero bene: in quegli anni infatti, per un cantautore, la
partecipazione a Sanremo equivaleva a una sorta di tradimento. In molti provarono, senza successo, a dissuaderlo dal
proposito di partecipare al Festival. Gaetano aveva intenzione di presentare la canzone Nuntereggae più, tratta dal nuovo
album. La RCA tuttavia considerava la canzone poco adatta al Festival per via del lungo elenco di nomi di personaggi noti
presente all’interno del testo e consigliò fortemente a Gaetano di presentare Gianna, una canzone più disimpegnata e
musicalmente più orecchiabile. Gaetano non apprezzava molto questa canzone, la riteneva troppo commerciale e troppo simile a
Berta filava, ma alla fine la casa discografica riuscì a far valere la propria opinione.

Il 26 gennaio 1978 iniziò il 28º Festival della Canzone Italiana e Gaetano fece il suo ingresso sul palco con una tuba nera
(regalatagli da Renato Zero pochi giorni prima), un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe bianche e
rosse e scarpe da ginnastica Mecap. Sul bavero del frac portava appuntata una colossale quantità di medagliette, che nel
corso dell’esibizione consegnò in parte al direttore d’orchestra e in parte lanciò al pubblico. Gaetano suonava inoltre un
ukulele.

Con l’esecuzione di Gianna, per la prima volta a Sanremo venne pronunciata la parola «sesso», presente nel testo della
canzone. I Pandemonium entrarono inaspettatamente sul palco verso la fine della performance per cantare il coro finale della
canzone, a mo’ di sketch umoristico.

La prima esibizione di Gaetano, così come quelle seguenti, raccolse il consenso della critica e del pubblico. Alla fine il
brano si classificò terzo, dietro E dirsi ciao dei Matia Bazar e Un’emozione da poco di Anna Oxa. Dopo il Festival si diffuse
la voce di un presunto flirt tra il cantautore e Stefania Casini, presentatrice di quell’edizione di Sanremo. Intanto Gianna,
grazie soprattutto al trampolino di Sanremo, ottenne un grande successo, diventando una hit nelle discoteche della Riviera e
rimanendo per quattordici settimane nella top ten, vendendo oltre 600 000 copie. La versione inglese del brano, Gina, non
venne mai pubblicata, mentre la versione tedesca venne cantata da Wolfgang Petry. Dopo la partecipazione al Festival, la
carriera antecedente di Gaetano rimase praticamente oscurata dal successo di Gianna: per gran parte del pubblico infatti il
cantautore era noto semplicemente come «quello di Gianna», molti dei suoi fan “storici” invece interpretarono la canzone e la
partecipazione a Sanremo come una caduta di stile.

Nello stesso anno Gaetano condusse su Radio uno un programma radiofonico, intitolato Canzone d’Autore. Nel corso della
trasmissione, musicisti emergenti venivano invitati a commentare un proprio brano musicale. La sigla del programma era E
cantava le canzoni, tratta dal quarto album del cantante.

Dallo stesso album venne tratta Nuntereggae più, una delle canzoni più famose e discusse di Gaetano, per via dei numerosi
riferimenti politici e del lungo elenco di nomi presente nel testo. Il cantautore a tal proposito dichiarò: «Le canzoni non
sono testi politici e io non faccio comizi. Questo è uno sfottò. Insomma, per me “Nuntereggae più” è la canzone più leggera
che ho mai fatto».

Alcune strofe della canzone si presentavano come vere e proprie liste di nomi dei personaggi che a quel tempo “invadevano” le
radio, le televisioni e i giornali e per questo motivo essa fece molto discutere. In fase di registrazione, inoltre, i toni
della canzone vennero ammorbiditi e alcuni dei nomi inseriti nella prima versione vennero eliminati o sostituiti. Ad esempio,
nella versione iniziale, scritta prima del rapimento, appariva anche il nome di Aldo Moro. A causa degli eventi successivi,
il nome di Moro venne poi eliminato dal testo della canzone in maniera da evitare facili polemiche. Dal testo vennero
cancellati tuttavia anche i nomi di Montanelli, Banfi, Sinatra, Sindona (crac del Banco Ambrosiano) e Crociani (scandalo
Lockheed e loggia P2). Inoltre, la frase «PCI nuntereggae più» e l’associazione di questo partito ad altri della maggioranza,
scatenò talune polemiche

In quell’anno Gaetano partecipò a una tournée e ad alcune manifestazioni serali, la più famosa di queste fu sicuramente
Discomare ’78 e precisamente la serata finale svoltasi nella Valle dei Templi di Agrigento il 23 agosto 1978. Il cantante
avrebbe dovuto cantare Nuntereggae più, ma la Rai provò ad impedirglielo e Gaetano per protesta lasciò la manifestazione.

In un’altra occasione venne invitato ad Acquario, un programma televisivo dell’epoca. Maurizio Costanzo, il conduttore, e
Susanna Agnelli, l’ospite della puntata, erano due dei personaggi citati nella canzone Nuntereggae più, eseguita poi dal
cantautore nel corso del programma. Anche in quest’occasione Gaetano fece il suo ingresso con un cilindro in testa e Costanzo
lo presentò come un «autore di canzoncine ironiche, scherzose e scanzonate, che, vista la sua passione di fare elenchi, si
dedicherà presto a mettere in musica forse le Pagine Gialle». L’Agnelli affermò invece di apprezzare la canzone. A ottobre
Gaetano andò a Madrid per incidere la versione spagnola del 45 giri Nuntereggae più. Il titolo era Corta el rollo ya (Dagli
un taglio) e il cantante riadattò il testo inserendo personaggi spagnoli della politica e dello spettacolo come Carrillo,
Pirri e Susana Estrada. Il disco uscì in primavera ed ottenne un discreto successo.

La partecipazione a Sanremo segnò decisamente un punto di svolta nella carriera e nella vita del cantautore, nulla sarebbe
più stato come prima.
pronato dai Discografici a scrivere nuove canzoni, Rino Gaetano si recò sull’Isola di Stromboli, a cercare ispirazione, ne
uscì il quinto album, Resta vile maschio, dove vai?, il primo con la RCA, svelò secondo molti critici una crisi compositiva
ed artistica del cantante. Il 33 giri contiene la prima ed unica canzone di tutta la discografia di Gaetano non scritta da
lui. La title track dell’album venne scritta infatti da Mogol, dopo un incontro al Cenacolo con il cantautore. Il 23 febbraio
1979 Gaetano si imbarcò per Città del Messico, dove incise il suo nuovo album. Nonostante la promozione da parte della RCA,
il 33 giri non ottenne il successo sperato e non superò le 200mila copie vendute. Gaetano attribuì lo scarso successo
dell’album alla scelta di sperimentare sonorità latinoamericane. I critici incolparono invece la mancanza d’ispirazione da
parte del cantautore.

Le sue esibizioni erano notevolmente cambiate rispetto ai primi tempi: il cantante aveva un seguito decisamente maggiore e la
scenografia adesso era studiata nei minimi dettagli. Gaetano prese parte prima al Festivalbar e poi, in ottobre, partecipò al
Discoestate a Rieti. In quest’occasione si rese protagonista di una protesta: non accettò il fatto di dover cantare in
playback e quando arrivò il suo turno, invece di far finta di cantare, decise di fare l’indifferente e fumarsi una sigaretta.
In questo periodo inoltre Gaetano comprò una casa a Mentana, vicino a Roma, probabilmente in vista di un futuro matrimonio
con la sua ragazza Amelia.

Sempre nel 1979, durante un concerto sulla spiaggia di Capocotta (citata anche nel testo della canzone), prima di cantare
Nuntereggae più, Gaetano affermò:

« C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni
saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa
sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di
Capocotta.»
Nel 1980 Gaetano incise il suo sesto ed ultimo album, E io ci sto. Questo 33 giri propose nuove sonorità; ciò che colpì
maggiormente del disco fu il tono più serio delle canzoni, l’impegno civile dimostrato dal cantautore e l’utilizzo del rock.
Nonostante le vendite inferiori rispetto al solito, Gaetano si dichiarò soddisfatto per via del messaggio duro e preciso
trasmesso dall’album e per via del diverso tipo di attenzione richiesto al pubblico.

Quello stesso anno partecipò su invito di Giovanni Tommaso, insieme ad Anna Oxa, Lucio Dalla e Ivan Cattaneo ad Alice, disco
atipico dei Perigeo. Gaetano in questa occasione eseguì il brano Al bar dello sport (ovvero sogghigni e sesso) insieme a
Maria Monti e Confusione gran confusione, insieme a tutti gli altri artisti. A dicembre partì per l’Ecuador, dove aveva in
programma alcune serate.

Nel 1981 la RCA organizzò una nuova tournée, presentata da Shel Shapiro: Gaetano si esibiva al fianco di Riccardo Cocciante e
dei New Perigeo. La scelta di affiancare artisti così lontani tra loro non convinse pienamente Gaetano, né tanto meno la
critica. La serata d’apertura era al Teatro Tenda di Roma e Gaetano appariva insolitamente cupo e serio nel corso
dell’esibizione, il padre infatti era ricoverato in terapia intensiva da qualche giorno. Dalla tournée nacque un album live,
Q Concert. Il disco contiene quattro brani tra cui Insieme, scritto per l’occasione da Gaetano e A mano a mano, una canzone
di Cocciante reinterpretata dal cantante crotonese.

Il 31 maggio Gaetano fece la sua ultima apparizione in TV cantando E io ci sto nel programma Crazy Bus. In quei giorni incise
alcune canzoni insieme ad Anna Oxa come Il leone e la gallina di Mogol e Lucio Battisti.

La carriera e la vita di Rino Gaetano si interruppero tragicamente il 2 giugno 1981 all’età di trent’anni in seguito ad un
incidente stradale. Già l’8 gennaio un fuoristrada contromano aveva spinto la Volvo di Gaetano contro il guard rail: il
cantante rimase incredibilmente illeso mentre la sua auto venne completamente distrutta. Gaetano aveva deciso poi di
acquistare una nuova Volvo 343 grigio metallizzato. Quel 2 giugno, verso le tre di notte, dopo una serata passata nei locali,
stava tornando a casa, da solo, a bordo della sua auto. Alle 3.55, mentre percorreva via Nomentana, a livello dell’incrocio
di via Carlo Fea, cadde con la testa sul volante e la sua vettura invase la corsia opposta. Il camionista che sopraggiunse
nell’altro senso di marcia provò a suonare il clacson, ma l’urto era ormai inevitabile. La parte anteriore e il lato destro
della Volvo vennero distrutti, Gaetano batté violentemente la testa contro il vetro e il petto sul volante e perse
conoscenza. L’autopsia rivelò un possibile collasso prima dell’incidente mentre il camionista raccontò di aver visto Gaetano
accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi qualche attimo prima dell’impatto.

Arrivarono i soccorsi, Gaetano era in coma e giunto al Policlinico Umberto I riportava una frattura alla base cranica, varie
ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta frattura allo sterno. Tuttavia il Policlinico non
aveva un reparto per i craniolesi e il medico di turno, il dottor Novelli, tentò invano di contattare un altro ospedale
dotato di un reparto di traumatologia cranica. Vennero contattati telefonicamente il San Giovanni, il San Camillo, il CTO
della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riuscì a trovare un posto disponibile. Così,
Gaetano alle sei del mattino spirò. Vi furono successivamente molte polemiche per via del mancato ricovero e venne aperta
anche un’inchiesta.

Il 4 giugno si tennero i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Gaetano avrebbe dovuto sposarsi da lì a
poco. Alle esequie parteciparono parenti, amici, personaggi della musica, dirigenti della RCA e fan. Inizialmente venne
sepolto nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre venne trasferito al cimitero del Verano, dove la sua salma si
trova tuttora.

Fonte: Wikipedia

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